sabato 20 marzo 2010

a Silvio


Apro il portone di casa e mi investe un sibilo di fischietti da arbitro. Di colpo mi ritrovo nella curva nord della grande Roma eppure sono solo le 11 di mattina ed io fuori per la rituale passeggiata del sabato: colazione al bar, giornale, mezz’ora di panchina, libreria, da Mario il fioraio e da Gino il pescivendolo.  Dall’uscio del portone osservo Piazza San Giovanni agghindata per un primo maggio albino: un mare di bandiere bianche, azzurro pallido e blu scuro, visi sorridenti e un palco con un simbolo gigante del Pdl. Chiamo Sara, penso, e le dico di affacciarsi alla finestra. Frugo nelle tasche alla ricerca del cellulare ma non lo trovo. Una mano mi afferra per il bavero e mi scaraventa nel fiume di persone rivolte verso il palco. Polpastrelli animosi premono sulle mie spalle e mi sento spinto da una forza diabolica, mentre foulard svolazzanti e cappellini col simbolo del Pdl in miniatura mi prudono gli occhi. Cerco di tornare indietro ma mi abbraccia uno striscione azzurro tenuto da decine di giovani ben vestiti che intonano l’inno di partito. Saraaa! strillo, sperando di vederla affacciata alla finestra che oramai è un puntino nel palazzo alle mie spalle. I fischi mi assordano, le bocche diventano caverne, il bastone di una bandiera s’intrufola tra le gambe e mi buca i pantaloni. Mi solletica l’ano, con violenza! Mi sento male! Un vecchio sdentato si avvicina e ride. Il bastone sale, lo sento dentro, anguillesco. Saraaaa! urlo, ma la folla m’inghiotte e la musica altissima canta Meno male che Silvio c’è! Il bastone sale, sale, mi buca le budella, si aggrappa alla trachea. Saraaaa! Meno male che Silvio c’èèèèèèè! Un dolore atroce mi sconquassa la carne, sento la pelle del viso tirarsi, Silvio c’èèèèè, una bandana mi cattura la testa, i capelli si tingono di henna, ho i gemelli ai polsini, Saraaaaaa!!!!! Il bastone mi spacca i denti da dentro, meno male che Silvio c’èèèèèèè……noooooo….. mi strappa le labbra e il sangue mi sgorga dal culo, saraaaaaa……..c’èèèèèèèè! Mi sveglio! Sgrano gli occhi e scorgo Sara rannicchiarsi sotto il lenzuolo. Mi tocco la bocca, i denti sono interi. Anche oggi, da quando Silvio c’è, ringrazio il cielo di non vivere in Italia. 

2 commenti:

  1. Bellissimo! e cmq "anguillesco" solo da te poteva partorire :)
    Teresa

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  2. Grande!!!! Ecco perché emigrerò a breve ;-)!!

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