venerdì 30 aprile 2010

Far finta di compiere 38 anni

Compiere trentotto anni significa camminare sul cornicione di un palazzo dell’Ottocento con scarpe dorate e una parrucca Luigi XIV.  C’è silenzio così in alto, il suono delle macchine è lontano e i tacchi delle donne ricordano solo la punta della mia spada. Lucida brilla al sole, pronta a fendere la noia e la paura, la solitudine e l’attesa. Compiere 38 anni sognando di stare sul cornicione di un palazzo ottocentesco con una spada assassina è il dono di una serata pacata e di un animo inquieto. Compio 38 oggi fingendo di essere una spada che taglia il tempo su un cornicione solitario di via Montenapoleone. 

giovedì 29 aprile 2010

Tempi di silicone

Ieri sono stato invitato su Canale 5 per partecipare a un programma di approfondimento. Il tema della puntata era: è giusto gonfiare i palloncini senza farli scoppiare o è meglio gonfiarli e farli scoppiare?
Invitati insieme a me c’erano Mario Muzi, psicoanalista e autore di diversi saggi su argomenti relativi a fiato, alitosi e conseguenze sul lattice, Sara Psulinger, la modella tedesca che ha subito il primo intervento di mastoplastica per l’aumento del seno con protesi formate da palloncini gonfiati, Giulia Spercola, vincitrice del Grande Fratello 48, Michele Micino e Rosa Canesca, prima coppia che si è unita in matrimonio su una mongolfiera e in collegamento da Roma il deputato della Lega, Salvatore Ignoto.
Nel corso della discussione la presentatrice mi ha chiesto: “Sposerebbe una donna con protesi di palloncini?”
Ho risposto di sì, naturalmente, che mi sarei divertito a portare a spasso la mia lingua su capezzoli plasticosi per poi gonfiarli in base ai miei desideri. Ho confessato che mi piacciono le tette di varie taglie e ho concluso dicendo che i palloncini in lattice sono la nuova frontiera del futuro.
Stamattina dopo la mia dichiarazione leggevo sulla prima pagina della rivista “D in Uomo”: “La famosa cantante Orsula ritrovata priva di vita in una stanza d’albergo. Su un biglietto una frase: “Non posso continuare a vivere con le mie protesi di silicone. Le lascio a voi, fatene quello che volete. Io volo in cielo con due palloncini rosa. Orsula”.
Ho piegato il giornale, l’ho lasciato sul sedile del treno e ho aperto il finestrino. In sottofondo “La donna pallone”. 

mercoledì 28 aprile 2010

Non leggere fa male


Butta giù la porta violentemente ed entra. Non parla e mi spinge contro il muro. Le dita delle sue mani tra labbra, denti e lingua. La voce mi rimbalza in gola e si rituffa nello stomaco. Mi strappa le braccia tirandomele dietro. “Bastardo” mi dice e mi colpisce su un fianco col ginocchio. Mi piego. Mi colpisce ancora e cado ai suoi piedi. Mi arrendo e lo lascio agguantare i lingotti d’oro dalla cassaforte. Poi li butta su un letto di 50.000 euro coricati in una borsa e mi dà un calcio sulla bocca. Tra lacrime e sangue vedo che estrae uno spray dalla tasca interna del giubbotto di pelle e scrive una parola sul muro del salone. Cerco di tirarmi su, di leggere la parola. Intravedo una erre. La testa pesa 50.000 chili. Mi trascino per una distanza che mi sembra infinita. Apro gli occhi e vedo una doppia ti. Non reggo la testa e mi scivola a terra. Sbatte e muoio su una parola non letta.