mercoledì 10 marzo 2010

Quella sera

fluttuava nella penombra del suo appartamento sul Nilo. Galleggiava sull’acqua del fiume, riflessa oltre il vetro del balcone mentre l’aria gli scorreva nelle vene. I sorrisi si scollavano lentamente dalle labbra e si aggrappavano come muschio alle pareti dei mobili. Stelle marine brillavano nei suoi occhi e cavallucci di gioia gli sfioravano la pelle, solleticandola. Volava! Volava nell’acqua con le emozioni in subbuglio senza la gravità dei pensieri. Sbatteva contro le sedie, spostava le lampade verso il soffitto senza paura: sopra la testa una candela bruciacchiata, cuscini rossi e blu e libri a forma di uccelli. Scansò la lampada a palla, accarezzò una pianta e col piede sinistro s’impiglio in una catenella d’argento. Tirò. Tirò. Il tappo venne su e l’acqua colò come un mulinello inferocito. Bastò un secondo di silenzio per trovarsi nudo e solo sulla grata dei suoi giorni normali.

Nessun commento:

Posta un commento