sabato 12 marzo 2011

Palestra

‘Nessun gentiluomo fa mai ginnastica” diceva Oscar Wilde ed io un gentiluomo lo sono. È oramai da anni che non faccio più sport. Forse da quando sono al Cairo.
No…no…non proprio… All’inizio ero più coraggioso e mi comprai una bicicletta in un mall di Mohandeseen. Spesi un sacco di soldi e tornai a casa contento come Cannavaro quando alzò al cielo la coppa del mondo del 2006. Ma la profezia del mio vicino di casa fu fatale: “Eh, quella la userai come soprammobile a casa, stanne certo”.
Io non ho mai creduto alle profezie o alle maledizioni quindi cominciai ad usarla per le strade della città. La gente mi guardava come se fossi un extra-terrestre: bicicletta rosso scintillante, testa completamente rasata, maglietta e pantaloncini neri e occhiali da soli neri a mosca, tipo quelli di Bono nel video della canzone "the fly". Uscivo a tutte le ore del giorno e della notte, tutti i mesi dell’anno particolarmente a Ramadan durante il fetar. Uscivo in shorts neri e maglietta nera e tornavo con i polmoni neri, le narici nere e un gessato nero. Quando un autista di microbus stava quasi per farmi fuori, finì la mia love story con mia bicicletta e si avverò  la profezia del mio vicino: ora la bicicletta fa bella vista in soggiorno. 
Lo sport, però, si sa, fa bene alla salute e allora insieme ad un mio amico decisi di iscrivermi in palestra. Scegliemmo un Nadi vicino casa. Non era né il Nadi el Gezira (troppo chic per il mio essere alternativo) né il Nady Es-Seed (troppo alternativo per il mio essere chic): era un nadi molto baladi, popolarissimo anzi, dove tutti mi salutavano e mi sorridevano.
Ci andavamo nel primo pomeriggio tre giorni alla settimana. Il caldo era abissale – ovviamente non c’erano condizionatori – e non c’era molta gente. Ai pochi che si allenavano come noi a quell’ora, io non passavo inosservato perché appena entravo nella sala, captain Mido gridava dal fondo della sala: “Ahlan ahlan we sahlan ya Carmine. Buongiorno ya Carmine. Mnawwar ya Carmine. Kullu tamam ya Carmine! El gym nawwar ya Carmine. Ahlan Ahlan Ahlan ya Carmine”. Io diventavo rosso come un gambero e sorridevo imbarazzato guardandomi indietro, come se quel Carmine fosse il figlio di Obama che mi seguiva a due passi. Poi mi accorgevo che quel Carmine ero io perché Captain Mido lasciava perdere il ragazzo con cui faceva esercizi, attraversava tutta la sala e veniva ad accogliermi come il figlio di re Farouk: baci e abbracci e grandi sorrisi e il tutto ad altissima voce: “Eh el 7elawa di ya khawaga. Perché non sei venuto ieri ya Kimo? Perché ya pince? Devi farti vedere sempre perché noi vogliamo vederti sempre” e mi palpava le braccia e gli addominali che intanto si erano nascosti per la vergogna. Lui era un omaccione di circa 50 anni con un corpo di marmo con muscoli da tutte le parti. 
A turno, tutti coloro che erano in palestra cercavano di parlare con me con qualsiasi scusa: dal che ore sono? anche se sul muro c’era un orologio più grande del big ben a un più discreto “come si fa quest'esercizio?”. Tutti, attrezzi compresi, sapevano chi ero, da dove venivo e dove vivevo mentre io non conoscevo nessuno. Ben presto decisi di abbandonare il body building perché tutti intorno a me avevano dei muscoli impressionanti e decisi di correre nel campetto da calcio antistante alla palestra. Dopo qualche settimana ebbi un problema al muscolo della gamba per cui chiesi a Captain Mido:
“Captain! Ho un problema alla gamba, conosce qualcuno che sa fare i  massaggi?” 
“Massaggi, leh ya habibi? Che ti succede?”
“Forse uno strappo muscolare alla gamba”.
“Aywa aywa, c’è Captain Zizo che è il massaggiatore ufficiale della nazionale di calcio egiziana”.
“Ah, e posso parlarci? Ha il suo numero?”
“Non ti preoccupare, ya habibi. Lui è un mio vicino, abita nel mio stesso nel mio palazzo e domani ci parlo io. A che ora vi vedete per fare il massaggio? A casa tua? Dove abiti? (lui lo sapeva già)"
Captain Mido mi aveva organizzato un appuntamento ed io giovedì alle 4 ero in attesa di Captain Zizo a casa mia in compagnia della mia compagna. Vivo con Rosalinda da anni ma per tutti i proprietari di appartamenti del Cairo noi siamo sposati. D'accordo? Bussa alla porta un signore sulla 50ina: grasso, capelli brizzolati vestito con una tuta da ginnastica e con scarpe Ataba style e un borsone grandissimo con su scritto NIKEL. 
Parlava in inglese:
“Hello. Ana Captain Zizo and work with national team. What name?”
“Hello. My name is Carmine”.
“Fine. Where go?”
“Do you need a bed?”
“Aywa aywa, yes! Bed good for massage. You sleep on bed and i do massage. Good massage, relaxation massage. I studied massage. I worked with National Team.  Very good. Now my hands very good but I am old. Before a lot of women. Now el7amdu lillah. One viagra e 'sto a cavallo”.
Sorrisi. Alcuni egiziani si lasciano andare a confessioni intime dal primo istante.
“Good. The bed is in the over there. Let's go”.
E aggiunsi: “Even my wife needs a massage”.
“You are two?”
“Aiwa”.
“You speak very good arabic! Two for 300 hundred pounds”.
Yes, i know. Captain Mido told me. It s ok. But i hope everything is going to be good.
“Sure. Very good. Tonight 10/10No viagra”.
Lo portai in camera da letto e lui estrasse dal borsone una piccola bottiglia di olio. 
“What is that?” gli chiesi.
“Oil of olive.  Natural. From the kitchen. The best. Good for skin”.
Lo annusai: era identico all’olio che uso in cucina. Mi fece stendere sul letto e mi buttò addosso tutta la bottiglietta. L’olio colò lungo la spalla e cadde direttamente sulle lenzuola.
“Ma così mi sporchi tutto il materasso” gli dissi in arabo.
“Oil very good for skin. Tonight 100/100”
Dal 10/10 era passato al 100/100 e allora non mi importava più del materasso. 
La mia pseudo-compagna lo guardava stupita. Io guardavo lei e mi accorgevo che Captain Zizo forse non era più il grande massaggiatore di un tempo.
Esattamente dopo 10 minuti mi chiese di alzarmi. Aveva finito.
"After two hours your leg new. Tonight 100/100 guardando Rosalinda".
"Now you".
Io mi alzai come una sardina sottolio e mi asciugai con l'asciugamano.
Rosalinda si distese. Indossava un reggiseno e una gonna cortissima.
Sembrava che Captain Zizo si fosse riscaldato con me e che ora cominciasse il lavoro serio. 
"Take off this" e indicò la gonna.
Rosalinda obbedì dicendo: "Non te ne andare da qui. Non lasciarmi sola con questo in camera. Resta accanto a me, ok?"
"Che c'è?" disse Captain Zizo.
"Nothing ya Captain. She is asking about her phone".
"Ok! Ok!" disse il Captain strofinandosi le mani come la matrigna di Biancaneve prima di darle la mela avvelenata. 
Cominciò dai piedi.
"Ma Carmine" disse Rosalinda in italiano. "Nessuno inizia un massaggio dai piedi. Cos'è questo?" 
La tranquillizzai dicendo che in passato Captain Zizo era stato un grande massaggiatore e di esperienza se ne era fatta a sommergibili. Forse con gli anni ha capito che con le donne bisogna iniziare dai piedi".
"What say?" domandò Captain Zizo.
"Nothing. She is talking about the phone"
Il massaggio del Captain Zizo era più lento. In dieci minuti aveva fatto solo le gambe. Io avevo lo strappo alle gambe e lui le massaggiava Rosalinda. Quando arrivò all'altezza del sedere, lei cominciò ad essere più tesa. 
"Carmine, questo non è un massaggio".
"Ma no, che dici?".
"Ti giuro, lo sento…è strano. Quest'uomo mi sta toccando!"
"What?" sparò il Captain Zizo
"Nothing nothing….she forgot the key in the car".
"You now take shower" disse Captain Ahmad rivolgendosi a me "Your skin MUST breath and tonight you better".
"Non ti muovere" disse Rosalinda. "Non mi lasciare".
"Oil is good for skin" gli dissi.
"Yes, for massage. After massage you wash soon. Must wash 3ala tul. After massage oil is bad. Very bad".
Credetti alle parole di Captain Zizo ma rimasi in camera con loro. Captain Zizo era molto concentrato sul corpo di Rosalinda e il suo massaggio mi sembrava particolarmente accurato.
Continuò per un altro quarto d'ora sulle spalle e poi le chiese di girarsi a pancia in su.
Le massaggiò lo stomaco, avvicinò la bocca all'ombelico e soffiandoci sopra le chiese:
"Take off the bra".
"No, ya captain" gli dissi.
"Il seno ha bisogno di olio. L'olio lo rende sodo. Fidati!".
"Sì, sì… anzi, no, no! Evitiamo..." risposi io.
Captain Zizo si aggrappò al collo e scese giù fino a coprire il petto di Rosalinda. Indifferente a tutto, glielo strinse: one tetta in one mano. 
"Basta" gridò Rosalinda e si alzò dal letto.
"Ma che succede" fece Captain Zizo.
"è il tuo massaggio ya Captain. Questo è sesso bell'e buono" gli dissi io.
"Ma che stai insinuando? Io sono stato il massaggiatore ufficiale dal 1975 al 1980 della nazionale egiziana. Tu non conosci questa tecnica: è un mix di massaggio giapponese, cinese ed egiziano. "
"Ah sì? Esiste pure un massaggio egiziano?".
"Naturalmente! Il massaggio dei faraoni. Cleopatra veniva apposta per farselo fare. Prima si faceva un bagno nell'acqua calda delle sorgenti di Siwa e poi si faceva massaggiare da un nubiano. E lei era nuda, si capisce! Cleopatra… capisci? Non una italiana qualsiasi. La regina Cleopatra" disse Captain Zizo. 
Non risposi.
"Il bagno è lì. Lavati le mani e prenditi i soldi" gli dissi.  
"E devi sapere che anche Nefertiti si faceva massaggiare solamente da un uomo del sud. Io, infatti, sono del sud. Sono di Aswan. Lì gli uomini sono uomini veri".
Non entrò in bagno. Si asciugò le mani sul lenzuolo e rimise le due bottigliette vuote nel borsone.
"350 pound".
"Ma non erano 300?" chiesi.
"25 pound la bottiglietta d'olio. Due bottigliette fanno 50".
"Mah…" 
"Dagliele" mi interruppe Rosalinda. Non fare discussioni. Mandalo via".
Prese i soldi e mi salutò. Sulla porta disse: "Madame, si prenda il mio numero. Magari la prossima volta facciamo massaggio completo" e mi lasciò il numero. Feci finta di scriverlo, gli strinsi la mano e se ne andò.
Due giorni dopo tornai in palestra. 
"Tutt'apposto?" mi chiese Captain Mido. "Il massaggio è andato bene?"
"Non saprei" risposi senza commentare.
"Captain Zizo è mio fratello! Nel massaggio è una bomba" disse Captain Mido.
Mi sembrava di ricordare che fosse il suo vicino ma non gli dissi nulla.
"Lui è specializzato nel massaggio delle gambe. Se hai problemi alla spalla, ti consiglio Captain Tito. Tito è una favola! Lui lavora con Abu Treka… lo conosci?" prese il telefonino e mi mostrò una foto. C'era un calciatore egiziano e dietro una marea di gente.
"Lui è Tito" indicò uno tra la folla. 
Io vidi solo un puntino… impossibile riconoscerlo.
"Tito è molto meglio di Captain Zizo. Tito habibi, è un fratello per me".
"Perfetto" bofonchiai. 
Mi sedetti sulla ciclette e cominciai a pedalare. Questa volta piano piano. Dopo l'allenamento tornai a casa e trovai Rosalinda stesa sul divano. 
"Carmine, ho un problema alla schiena. Non ce la faccio più".
"Captain Mido o mi ha parlato di captain Tito. Lo proviamo?"
Non rispose e continuò a lamentarsi. 

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